Celebrating 140 years since Edoardo Porro's C-section at the University of Pavia
10/11/2017
Invariabilmente fatale. Questo era il destino delle donne che giungevano alla fine della gravidanza in situazioni ostetriche difficili e che dovevano sottoporsi al parto cesareo.
La storia cambiò drammaticamente nell’aprile 1876 quando giunse nella Clinica Ostetrica dell’Ospedale San Matteo di Pavia una gravida venticinquenne, Giulia Cavallini. Nativa di Adria, la donna aveva incontrato un cantante pavese che l’aveva messa incinta sposandola soltanto dopo otto mesi nello stesso giorno in cui veniva ammessa in Ospedale. Le visite accertarono subito una situazione drammatica. La donna era alta un metro e quarantotto centimetri, aveva un bacino gravemente malformato che rendeva del tutto impossibile il parto per le vie naturali. La situazione clinica della gravida fu affrontata come una sfida scientifica e umana dal medico che subito si assunse il compito di operarla, Edoardo Porro, professore di ostetricia all’Università di Pavia. Malato di sifilide, contratta a Milano durante un’operazione ostetrica da una donna affetta dalla malattia, Porro era un personaggio notevole. Aveva combattuto con Garibaldi
in Trentino e a Mentana, prima di dedicare la sua vita all’esercizio dell’ostetricia nelle condizioni più disagiate, riuscendo però sempre a trovare il tempo per una costante attività scientifica. Nel 1875 aveva ottenuto la cattedra di ostetricia dell’Università di Pavia e dirigeva la maternità pavese quando vi giunse Giulia Cavallini. Invece di arrendersi, come tutti gli ostetrici avrebbero fatto in simili condizioni, sottoponendo la gravida al classico taglio cesareo per salvare almeno il feto, Porro riuscì a ribaltare il tragico destino della donna con l’astuzia operatoria, una semplice innovazione chirurgica che permise di salvare lei e il suo bambino. Per la prima volta, con un intervento pensato e programmato scientificamente, il parto cesareo terminava con un pieno successo e consegnava alla medicina mondiale una procedura ostetrica subito adottata in tutti gli ospedali del mondo. Tuttavia l’intervento di Porro provocava la sterilità della
donna, perché l’utero era rimosso durante l’intervento. Un fatto, questo, che sollevò molte critiche contro l’operazione, tacciata di immoralità. C’era, infatti, chi sosteneva che fosse eticamente lecito mettere a repentaglio la vita della donna, a fronte delle bassissime probabilità di salvarla, pur di conservarle la capacità riproduttiva. Porro si rivolse allora al vescovo di Pavia, Lucido Maria
Parocchi (poi cardinale vicario di Roma) per un parere bioetico. Il prelato risolse abilmente il quesito sostenendo che così come molti teologi tolleravano la
castrazione dei giovinetti che poi andavano a cantare nei cori delle cappelle romane, in primis della Cappella Sistina, a maggior ragione si dovesse ammettere l’intervento sterilizzante di Porro eseguito per salvare due vite umane.
L’operazione si diffuse con straordinaria rapidità in tutto il mondo occidentale e rimase dominante per alcuni anni, fino a quando fu superata da ulteriori progressi tecnici. Ma quella di Porro fu una svolta radicale nella storia dell’ostetricia, la più importante mai realizzata in Italia: finalmente era capovolto il tragico destino di molte donne, il parto cesareo poteva terminare con una doppia salvezza, quella della madre e del bambino che portava in grembo. Fu anche, forse, il primo caso in cui il progresso della medicina pose i medici di fronte a nuovi problemi etici. Questo congresso vuole celebrare il centoquarantesimo anniversario del
drammatico evento che ha cambiato per sempre la storia dell’ostetricia.
In the past, the outcome for women presenting obstetric complications in late pregnancy and requiring a Cesarean section would invariably have been fatal. The course of history changed dramatically in April 1876 when a twenty-five-yearold woman, Giulia Cavallini, reached the Obstetrics Clinic of San Matteo Hospital Pavia eight months pregnant. Born in Adria, the woman had met a singer from Pavia who had made her pregnant and married her on the same day she was admitted to hospital. Physical examination immediately disclosed a dramatic situation: the woman was one meter forty-eight centimeters tall and had a severely deformed pelvis that made natural delivery impossible. Edoardo Porro, professor of obstetrics at the University of Pavia, took charge of operating on the women and tackled her clinical situation as a scientific and human challenge. Suffering from syphilis contracted in Milan during an obstetric operation on a woman with the illness, Porro was quite a character. He had fought with Garibaldi in Trentino and in Mentana near Rome before deciding to devote his life to practising obstetrics in the most deprived areas, but he still found time to pursue his research activity. In 1875, Porro had been appointed to the chair of obstetrics at Pavia University and was head of the maternity division when Giulia Cavallini appeared on the scene. Instead of giving up, as other obstetricians would have done in similar circumstances, undertaking a cesarean section at least to save the baby,
Porro managed to reverse the woman’s tragic destiny with surgical ingenuity, adopting a simple innovation that allowed him to save both mother and baby. For the first time, a scientifically planned and well thought-out cesarean section was fully successful and gave world medicine an obstetric procedure immediately adopted in hospitals the world over. Nonetheless, Porro’s operation made the woman sterile because her uterus has been removed during surgery. This aroused much criticism as the operation was deemed immoral by those who claimed it was ethically justified to jeopardize a woman’s life given the poor chances of saving her, as long as her reproductive ability was preserved. So Porro turned to the bishop of Pavia, Lucido Maria Parocchi (later cardinal vicar of Rome), for his bioethical opinion. The prelate skillfully solved the question claiming that as many theologians tolerated the castration of young men destined to be choir singers in Roman chapels, namely the Sistine Chapel, they had even more reason to allow the sterilization procedure Porro had performed to save two human lives. The surgical technique rapidly spread all over the western world and remained dominant for several years until it was overcome by further technical advances. Porro’s intervention marked a radical turning point in the history of obstetrics, the most important procedure ever carried out in Italy: the tragic destiny of so many women had finally been halted and cesarean section could end by saving both the mother and her unborn child. This may also have been the first case in which medical progress posed new ethical dilemmas for physicians. This meeting celebrates the one hundred and fortieth anniversary of the dramatic event that changed the history of obstetrics forever.
Prof.ssa Rossella E. Nappi
Obstetrics and Gynecology Clinic
IRCCS S. Matteo Hospital Foundation, Department of Clinical, Surgical, Diagnostic and Pediatric Sciences University of Pavia
renappi@tin.it
Prof. Paolo Mazzarello
Full Professor of the History of Medicine
Department of Nervous System Sciences and Behavior University of Pavia
President of the University Museum System
paolo.mazzarello@unipv.it
Prof. Arsenio Spinillo
Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica IRCCS Fondazione Policlinico S. Matteo, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche Università degli Studi di Pavia
Venerdì 10 Novembre 2017 dalle ore 08.30 alle ore 16.00
Aula Magna, University of Pavia, Corso Str. Nuova, 65 – 27100 Pavia
Nadirex International Srl
Via Riviera 39 · 27100
Pavia Tel. +39.0382.525714/35
Fax +39.0382.525736
Referente: Dr.ssa Gloria Molla
gloria.molla@nadirex.com
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Il Congresso è a numero chiuso e prevede un massimo di 200 Partecipanti.
Effettuare l’iscrizione entro il 10.05.2016 .
Modalità di iscrizione:
on-line: www.nadirex.com
per E- mail: info@nadirex.com
per Fax: +039 0382 525736
a mezzo posta: presso Nadirex International
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La Segreteria si riserva di riconfermare l’avvenuta iscrizione.
ATTESTATO ECM
Per ottenere i crediti ECM è necessario:
– Partecipare al 100% delle sessioni indicate nel programma
– Compilare la scheda anagrafica
– Compilare la scheda valutazione dell’evento
– Compilare il questionario di apprendimento e consegnarli alla Segreteria
Organizzativa al termine del Congresso.
Il certificato ECM verrà inviato per posta all’indirizzo riportato sulla scheda
anagrafica.
CREDITI FORMATIVI ECM PER RELATORI
Il docente può acquisire crediti formativi in proporzione al tempo dedicato
alla lezione/relazione. Per ogni mezz’ora di lezione ha diritto ad un credito
formativo. Il docente/relatore acquisisce i crediti che si sono sommati nell’arco
della giornata formativa anche se il tempo dedicato alla formazione
è frazionato (più interventi di minimo 30 minuti l’uno).